Di.NA.Mi.Te

Diritti Naturali e Migrazioni Top (down) – East (west)

Viviamo in un tempo di crisi globali intrecciate, dall’economia all’ambiente, che spesso generano smarrimento e indifferenza. Questa mostra vuole offrire ai giovani uno spazio per capire, scegliere e mettersi in gioco.

Il progetto Di.Na.Mi.Te propone la realizzazione di una “mostra interattiva e itinerante” che ha come filo conduttore le migrazioni inquadrabili all’interno dei diritti naturali che trovano la loro legittimazione non dal riconoscimento di un governo che li concede ma dall’essere costitutivi della natura stessa dell’uomo.

La mostra si definisce:

– Itinerante:

Istituti coinvolti: Istituto A. Vallisneri, lstituto Benedetti-Majorana, Istituto N. Machiavelli e Istituto A. Passaglia per un periodo di 15 gg ciascuno.

Interattiva: perché traccia quella linea sottile che divide “chi parte” da “chi resta”, ne cattura attimi di vita per delineare un percorso visivo e sonoro in cui il visitatore diventa protagonista. 

La mostra cattura fotogrammi di vita quotidiana dalla terra “degli uomini integri”, il Burkina Faso per tracciare un itinerario sconnesso dove la vita è soffocata sotto strati di diritti negati: la povertà, l’instabilità politica, la mancanza di istruzione, la crisi climatica, i matrimoni forzati tuti fattori che impongono una sola via di uscita: la migrazione forzata. Ma vuole anche raccontare il grido di fierezza e resistenza tutto al femminile giocato dalle donne capaci di costituire cooperative generative di nuove economie circolari in ambito agricolo grazie alla creazione di orti comunitari oppure alla lavorazione del karité per usi civili o di cosmesi. Cooperative che producono, generano reddito e tessono reti di solidarietà e di mutuo aiuto.

La prima parte della mostra ci è stata regalata come dono prezioso dal fotogiornalista Francesco Malavolta impegnato da oltre due decenni nella documentazione dei grandi temi del nostro tempo attraverso le rotte della migrazione, le ferite delle crisi umanitarie, la povertà che segna interi popoli e le sfide sociali che ne derivano. Le sue immagini raccontano il confine sottile tra speranza e disperazione, tra resistenza e vulnerabilità, dando voce a chi troppo spesso rimane invisibile. 

La visione delle foto è accompagnata da un podcast che aiuta il visitatore ad attribuirne un senso, a comprendere la fitta trama che ci lega indissolubilmente a questi popoli e che ci impedisce di dire “Ma io cosa posso fare?”.

 

La seconda parte della mostra, infatti, offre una risposta a questo interrogativo chiamando in causa i tanti ragazzi/e che hanno deciso di vivere un’esperienza in missione, mettersi in gioco, esporsi in prima linea e condividere la vita di ogni giorno con altre comunità di uomini, donne e bambini percorrendo un tratto di strada insieme. Loro tracciano un percorso fatto da fotografie che nascono dall’incontro con persone e luoghi che li hanno accolti con gentilezza e curiosità. Non sono scatti studiati, ma frammenti di vita quotidiana. Ogni immagine è una mappa silenziosa: radici che affondano, germogli che spuntano, gesti che parlano senza parole, silenzi che pesano più di mille discorsi. Ogni gesto catturato in questi fotogrammi tiene insieme un mondo di cui ognuno di noi può farne parte perché la Missione è partire, camminare, lasciare tutto, uscire da se stessi, rompere la crosta di egoismo che ci chiude nel nostro Io per incontrare l’Altro e viverlo come Fratello o Sorella.

 

Vengono poi messe a disposizione degli insegnanti delle schede di approfondimento con itinerari didattici interdisciplinari per attivare percorsi di studio specifici.

Iniziativa realizzata grazie al bando “Siete Presente. Giovani e associazionismo ed. 2025″, a valere sul progetto “Giovanisì crescere nel presente”, promosso dal Cesvot e finanziato da Regione Toscana – Giovanisì, in accordo con la Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e la Fondazione Banca del Monte di Lucca

Amani Nyayo Onlus

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