È arrivata venerdì 28 ottobre 2022, nella sua nuova casa di Guamo, la famiglia di profughi siriani partiti dal Libano e giunti in Italia attraverso il progetto dei Corridoi Umanitari, strumento che dà la possibilità agli Stati europei, di fronte a crisi umanitarie, di concedere visti per garantire diritti e protezione.
Da due anni Amani Nyayo, associazione di volontariato che realizza interventi di cooperazione nel Sud del mondo, ha sposato il progetto “LuccAccoglie!” promuovendone attivamente la realizzazione. Il progetto è stato ideato da un nutrito gruppo di volontari lucchesi che si è impegnato per poter accogliere chi è stato costretto a scappare da una guerra durata oltre 10 anni e si è visto privare di tutto, tra cui un presente e un futuro dignitoso.
Così, finalmente, Sahar, 32enne già vedova, il suo bambino Ahmad di 10 anni, e la nonna Mufida possono cominciare a costruirsi una vita nel territorio lucchese. Per la precisione, a Guamo. Sì, perché è stata questa la parrocchia che ha raccolto l’appello della ricerca di un’abitazione da dedicare a loro: la comunità si è mostrata molto aperta e ospitale, desiderosa di poter mettere a disposizione il Centro di accoglienza che già, in circa 40 anni, ha dato riparo a decine e decine di migranti. Ma le realtà coinvolte nel progetto sono varie, comprese associazioni, istituzioni, parrocchie, diocesi, attività commerciali e singole persone raggiunte con il passa-parola, disposte a dedicare tempo, capacità e risorse nel processo di integrazione della famiglia.
Appena arrivata davanti all’ingresso della sua nuova casa, la giovane Sahar ha detto il suo “shukran” (“grazie” in arabo) con gli occhi pieni di sincera gratitudine, e guardando i presenti ha aggiunto: «Vi sento già tutti vicini al mio cuore». Il piccolo Ahmad, affacciandosi alla sua cameretta ha mostrato meraviglia ed è corso dalla mamma per dirle quanto gli piacesse. Certamente la decisione di lasciare il Libano, dove vivono da 10 anni, non è stata facile: mettere la propria vita e la propria storia in una valigia, e traslocarle nel giro di poche ore in un altro mondo per ricominciare tutto in un luogo sconosciuto, è una rivoluzione che non può lasciare indifferenti. Ma la decisione di partire, oltre alla situazione di miseria a cui costringe la condizione di profughi in Libano, è stata dettata sia dall’essere una mamma vedova, sia dalle condizioni di salute della nonna che necessita cure e approfondimenti medici impossibili in Libano.
Anche i volontari di “LuccAccoglie!” hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo dicendo “sì” alla richiesta di prendersi in carico questa famiglia così vulnerabile: certamente, l’impegno e i costi da sostenere saranno notevoli ma – dicono i volontari – «confidiamo nella grande ricchezza, passione e umanità che la comunità lucchese ha saputo e saprà ancora esprimere: dobbiamo arrivare alla cifra di 2.000 euro al mese per il mantenimento della famiglia siriana. Chi fosse disponibile a collaborare, anche solo con un piccolissimo contributo mensile, sarà una vera benedizione».
Per contatti: luccaccoglie@gmail.com